Istruzione e ricerca

In collaborazione con Il Sole 24 ORE Radiocor.
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Missione Istruzione e ricerca.
Un piano di rilancio realmente proiettato nel futuro di un Paese non può prescindere da una ricognizione profonda dell’intero sistema dell’istruzione e della ricerca. L’obiettivo di questa Missione, si legge nel PNRR, è “rafforzare le condizioni per lo sviluppo di una economia ad alta intensità di conoscenza, di competitività e di resilienza, partendo dal riconoscimento delle criticità del nostro sistema di istruzione, formazione e ricerca”. Tra le criticità individuate, ci sono: le carenze nell’offerta di servizi di educazione e istruzione primarie, il gap nelle competenze di base, l’alto tasso di abbandono scolastico e i divari territoriali, la distanza tra competenze scolastiche e richieste del mondo del lavoro, il basso livello di spesa in R&S, l’insufficiente numero di ricercatori e l’esodo di talenti. Alla quarta Missione, che è costituita da due componenti, il Piano destina 30,88 miliardi, il 16,12% del totale delle risorse.

Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università (risorse: 19,44 miliardi). È una delle Componenti più importanti dell’intero Piano. Dagli interventi e dalle riforme previste passa la sfida di costruire un sistema educativo forte, che metta i giovani al centro, garantisca loro il diritto allo studio, le competenze digitali, insomma li doti degli strumenti necessari per affrontare le sfide del futuro. Tra gli investimenti, spicca il Piano per gli asili, che intende costruire, riqualificare e mettere in sicurezza le strutture per l’infanzia, offrendo nel contempo un aiuto concreto alle famiglie, con la creazione di 228mila nuovi posti negli asili, 152mila per i nidi e 76mila per le scuole materne.

Sul fronte dell’edilizia scolastica, gli interventi di miglioramento degli edifici interesseranno una superficie di 2,4 milioni di metri quadrati. Altri investimenti riguardano il Piano di estensione del tempo pieno, con la creazione di 1.000 nuove mense scolastiche, e il potenziamento delle infrastrutture per lo sport a scuola (400 edifici). Ha poi una valenza sociale strategica l’intervento per ridurre i divari territoriali nella scuola secondaria di secondo grado, che punta tra le altre cose a potenziare il livello delle competenze di base, inferiore alla media Ocse, e sviluppare una strategia per contrastare in modo strutturale l’abbandono scolastico. Il sistema sarà riformato anche puntando allo sviluppo dell’istruzione professionalizzante. Alcuni interventi di carattere infrastrutturale serviranno a digitalizzare gli ambienti di apprendimento: l’investimento Scuola 4.0 prevede la trasformazione di 100.000 classi tradizionali in connected learning environments, con l’introduzione di dispositivi didattici connessi e il cablaggio interno di circa 40.000 edifici scolastici.

Per quanto riguarda l’Università è prevista la riforma delle classi di laurea, per consentire la costruzione di ordinamenti didattici che rafforzino le competenze multidisciplinari, e la riforma che semplifica le procedure all’abilitazione per determinate professioni. Aumenteranno gli alloggi per studenti, che passeranno da 40mila a oltre 100mila da qui al 2026. Sulle borse di studio è previsto un aumento di 700 euro in media dell’importo. La riforma dei dottorati mira a incrementarli di 3.600 unità i dottorati attivando tre cicli a partire dal 2021, ciascuno dotato di 1.200 borse di studio.

Dalla ricerca all’impresa (risorse: 11,44 miliardi). Sostenere gli investimenti in Ricerca e Sviluppo, promuovere l’innovazione e la diffusione delle tecnologie, rafforzare le competenze, favorendo la transizione verso una economia basata sulla conoscenza: sono gli obiettivi della seconda Componente, che intende sostenere i ricercatori in particolare nel campo delle tecnologie digitali e della transizione ecologica, alimentando le sinergie tra mondo universitario e imprese. Con l’investimento del ‘Fondo per il Programma Nazionale Ricerca (PNR) e progetti di Ricerca di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN)’ saranno finanziati 5.350 progetti con un plafond di 1,8 miliardi. I campi di intervento saranno quelli dell’European Framework Programme for Research and Innovation 2021-2027: salute; scienze umane e trasformazioni sociali; sicurezza per i sistemi sociali; digitale, industria e aerospazio; clima, energia e mobilità; sostenibile; alimentazione, bioeconomia, risorse naturali, agricoltura, ambiente.  Una dotazione di 1,6 miliardi sarà invece riservata alla creazione di campioni nazionali di ricerca e sviluppo in tecnologie chiave (big data, biopharma e agritech tra gli altri): si tratta di centri in grado di raggiungere una capacità importante di innovazione e ricerca aggregando attorno a sé altre realtà, accademiche e imprenditoriali, creando un ambiente favorevole alle startup.